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Vecchio 10-04-2015, 01.26.43   #2200
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Icarius entrò nella cappella e si avvicinò all'altare.
Vi era un silenzio assoluto intorno a lui ed una vaga penombra dominava la navata, fino all'abside, dove si trovavano la statua della Divina Misericordia e quella della Vergine Immacolata.
“Padre Nostro...” disse inginocchiandosi il pastore “... che sei nei Cieli... aiutami, ti prego... non ho più la forza neanche per pregare...” si accasciò “... sia Santificato il Tuo Nome... venga il Tuo Regno... sia fatta la Tua Volontà... come in Cielo, così in terra... dacci oggi il nostro pane quotidiano... e rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori... e non indurci in tentazione... ma liberaci dal male... liberaci, o Signore, da tutti i mali...”
Passarono lunghi istanti e tutti fissavano la porta della cappella, in attesa del duca.
Gvineth fremeva, mentre era attorniato dai suoi sgherri.
Intanto sul balcone vi erano sempre Clio e Rodolfo.
“Allora erano vere quelle voci...” disse l'uomo alla spadaccina, dopo aver visto quel bacio tra lei ed Icarius “... davvero voi e lui... sciocca ragazza... idiota io a fidarmi di voi...”
Ma in quel momento arrivarono alcuni funzionari.
“Signore...” uno di loro a Rodolfo “... arrivano notizie che il ducato è in fermento...”
“Come sarebbe?” Stupito Rodolfo.
“Ovunque gli uomini di Gvineth stanno arruolando gente per rovesciarci.” Spiegò il funzionario. “Si parla di migliaia di uomini pronti a combattere per lui contro di noi.”
“E' la fine...” mormorò Rodolfo.
Nel frattempo, senza essere vista da nessuno a causa della confusione, Simoinin uscì dal palazzo e raggiunse una carrozza che era poco distante ad attenderla.
“Presto...” la donna al cocchiere “... al castello di lord Cimmiero. E vedi di sbrigarti, o ti farò frustare a sangue.”
“Si, signora.” Annuì il cocchiere.
Un attimo dopo la carrozza partì.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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