[Galgan]

Originalmente inviato da Taliesin

Alle nefandezze di questo Tempo…

“Echi di danze sufi hanno destato il mio sonno inquieto,
mentre nella notte d’aromi d’oriente l’odore di polvere da sparo
ha generato fantasmi lontani appesi a ricordi trapassati.

Il rumore di zoccoli di cavalli d’acciaio ed il fragore di moderne sirene,
hanno rotto l’eterno sonno del codice sumero e divinità perdute,
tra statue mozzate violate nella prestigiosità e violentate nella sacralità,
mentre folle di novelli pellegrini apparecchiati per fare festa
fuggivano nelle direzioni dello scompiglio e dello sconforto,
tra file di mosaici imperiali e stanze intonacate di bianco.

Ma un Bardo rinchiuso nella sua Grotta di Cristallo, gridava la sua impotenza nei confronti delle belve fameliche divoratrici di anime nel nome di un Dio,mentre nel museo di un altro Bardo si cancellava il nome impronunciabile di quel Dio, che dalla sommità del suo cratere oramai spento, attendeva il Figlio dell’Uomo divenire Dio,

ed in nome di quella flagellazione, nella Passione del Suo rispettoso silenzio, tra moderni Giubilei coronati di inutile ed esosa reminiscenza e passaggio di papi divenuti santi o peccatori, intrecciava una nuova corona di spine con le ali di uccello d’acciaio schiantandosi nel grembo infecondo di una buia montagna tra le sentenze inquisiti ed inquisitori.

E mentre una Pasqua speranzosa faceva capolino in una Primavera sfiatata e inondata di Inverno, dolore di madri e di padri si immolavano alla mancata discendenza di chi non potrà generare per non essere rigenerato, e nell’ora delle nefandezze di questo Tempo, quel Bardo assopito, aveva nuovamente perduto l’estasi di una nuova Resurrezione…"

Taliesin, il Bardo

Eppure, il Sacro riesce ancora, nonostante tutto, a toccarci, buon Bardo.