Pedicor ed i suoi uomini lasciarono il nascondiglio e si lanciarono verso i due individui a cavallo.
Li circondarono e mostrando loro le armi, coltelli e bastoni, cominciarono a minacciarli.
Erano circa una mezza dozzina.
“Ora ci farete la cortesia” disse Pedicor ai due uomini a cavallo “di scendere dai vostri palafreni e di consegnarceli. Insieme alle monete che di certo avete con voi, naturalmente.”
“Canaglie!” Fece uno dei due a cavallo. “Con pugnali e bastoni ci aggredite! Siete come feccia!”
“Tieni a freno la lingua” minacciò Pedicor “o potrei tagliartela e darla in pasto ai cani randagi.”
“Meglio acconsentire a quanto dicono...” l'altro uomo a cavallo al primo.
“Quando un uomo con la spada” il primo al suo compagno impaurito “incontra un altro con un pugnale o un bastone, quest'ultimo è spacciato.” E portò la mano sulla sua spada.
“Si, ma noi siamo in troppi, idiota!” Ridendo Pedicor.
“Ha ragione lui...” il secondo uomo a cavallo al primo “... sono in troppi e noi solo due...”
In quel momento arrivarono Galgan ed il suo scudiero Lucas.
“Non è affar vostro ciò che accade qui!” Pedicor al cavaliere.
“Capo, è un cavaliere...” uno dei suoi.
“Si ed io non voglio affrontarlo...” un altro dei suoi uomini.
“Vigliacchi!” Li insultò Pedicor, con una recita molto convincente.
I suoi fuggirono ed anche lui fece lo stesso.
“Si, scappate, malandrini!” Urlò Lucas, per rendere il tutto più credibile.
“Grazie, cavaliere.” L'uomo a cavallo a Galgan. “Ci avete tratto da un bel guaio. Il mio nome è Azable e questi è il mio compagno Samondo.” Indicando l'altro a cavallo. “Posso sapere il vostro nome e quello del vostro scudiero?” Chiese poi a Galgan.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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