Quelle parole di Clio, la sua voce bassa ed appassionata, il respiro irregolare ed i suoi caldi sospiri.
Poi la pelle liscia, vellutata e nuda delle sue spalle, che quasi si scontravano col freddo ed essenziale corpetto.
E i suoi occhi, di un azzurro divenuto trasparente, le gote arrossate e le sue labbra che gli sorridevano.
Icarius allora, quasi tremante, fece scendere le sue mani incerte lungo i fianchi della ragazza, portando poi una gamba contro quelle di lei.
Una leggera pressione, un gesto rapido, deciso, eppure dolce, con Clio che non oppose nessuna resistenza ed un attimo dopo lei era terra, adagiata ai piedi di lui.
Ed il presunto duca si chinò un attimo dopo accanto a lei.
E qui, lentamente, cominciò a sciogliere i lacci del corpetto della spadaccina.
“Amarti” disse in un sospiro lui “è un po' come combattere... combattere con le paure, i dubbi, le incertezze... amare e combattere sono entrambi alla mercé della morte...” senza smettere di allentare quei lacci.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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