Scossi la testa a quelle parole di Rodolfo.
"No, è fuori discussione... Mi sono comportata malissimo con loro, sono sparita da un momento all'altro... Si insospettirebbero subito, e poi..." Presi un profondo respiro "Mi avete presentata come il Maestro d'Armi del duca... Chi può pagarmi di più? Perché dovrei tornare da loro se non per spiarli..." Scossi la testa "No, dobbiamo pensare a qualcos'altro..." Pensierosa.
"Senza contare che ho risposto per le rime a Guanto..." Risi appena, e poi trasalii.
"Ci sono! Usiamo l'anello debole: Guanto!" Esclamai, guardando Rodolfo "Ci serve una donna, una donna bellissima e libertina che lo seduca, una di cui non sospetterebbe mai, e che riesca ad estorcergli informazioni..." Pensierosa "Certo non posso farlo io, quegli uomini sanno che mestiere faccio, mi hanno voluto proprio per questo..." Sospirai "Beh, ma sono sicura che conoscete qualcuna che faccia al caso nostro, anche se.. È inutile dire che deve essere assolutamente fidata...".
Qualcuna di completamente diverso da me..
Trasalii.
Magari una splendida dama dai capelli corvini e gli occhi verdi? Una di quelle a cui nessun uomo saprebbe resistere?
Una dama non soltanto bella, ma intelligente e brillante? Una dama per cui avrei sfidato il mondo intero, e che avrebbe fatto lo stesso per me?
Una dama la cui risata mi mancava terribilmente?
Sorrisi.
"Io.." Mormorai "Io avrei una persona che farebbe al caso nostro... Non esiterei ad affidarle la vita... Solo, non la vedo da mesi, non so se sia ancora a corte... Aspettate.." sorrisi appena a Rodolfo "Altrimenti è inutile che ve ne parli..".
Chiamai un servitore con un cenno della mano.
"Ditemi, la baronessa Azelle de Flobert abita ancora a corte?" Con noncuranza.
Io e Azelle vedevamo la vita in modo completamente diverso, lei collezionava amanti con la stessa facilità con cui io uccidevo qualcuno e viceversa, non avrebbe fatto male ad una mosca.
Eppure nessuna delle due aveva mai giudicato l'altra, anzi, ci compensavamo a vicenda.
Ci eravamo conosciute tempo fa, per caso, lei era scappata in una taverna di dubbia reputazione, per scappare dai suoi genitori.
Eravamo entrambe sole, e in qualche modo ci ritrovammo a parlare per ore, come se ci conoscessimo da sempre.
Da lì, eravamo diventate amiche. Era lei che mi aveva insegnato a ballare per portarmi a quel ballo, cercando di correggere la mia goffaggine.
Non potevano esserci due donne più diverse, anche nell'aspetto, eppure era la mia unica amica, conosceva ogni mio segreto, e io ero una delle poche persone a cui lei poteva confidare i suoi.
Sperai davvero che ci fosse e che potesse aiutarci, anche perché in quel caso avrei anche potuto raccontagli i tormenti del mio cuore, e sapevo che lei avrebbe compreso.
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