Cercai di nascondere la sorpresa a quelle parole del funzionario.
Quindi Aneas era davvero esistito? Io credevo che fosse un suo personaggio.
Trattenni un sorriso ripensando al mio sogno così reale.
Anche Icarius dunque aveva quella capacità?
"Che cosa interessante..." Mormorai, con deferenza "Se a Sua Signoria non dispiace, mi piacerebbe leggere quelle storie... Il vostro ducato nasconde una Storia unica al mondo, io credo..." Con un sorriso cordiale.
Poi arrivarò Rodolfo, in compagnia di Altea, che rese omaggio al duca.
Mi sorprese la formalità con cui gli parlò, mi sembrava di ricordare che erano amici, ma poi rammentai la storia dell'amnesia, e immaginai che Rodolfo l'avesse avvertita.
Non mi sfuggì il modo in cui lo guardò, anche lei vedeva Guisgard. D'altronde, la cosa non mi stupiva affatto: erano veramente identici, sempre che fossero davvero due persone diverse.
Ma non avevo avuto prove nè in un senso nè nell'altro, i contorni di quella faccenda erano terribilmente sfumati.
Eppure in quella sala, con i ritratti dei Taddei mi riusciva davvero difficile vedere Icarius come un pastore. Gli occhi dei Taddei non erano semplicemente azzurri, come potevano esserlo i miei, era un colore particolare, inconfondibile, un colore che i pittori avevano saputo dipingere alla egregiamente, un colore che portavo indelebile nel mio cuore.
"Milady, che piacere incontrarvi in queste liete circostanze...." Salutai la dama, sorridendo, con un inchino da gentiluomo "Sono passati anni dal nostro ultimo incontro...".
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