La donna che amo...
Quante volte avevo sognato quelle parole?
Mi si strinse il cuore a sentire Icarius parlare in quel modo.
No, la verità era che Guisgard non aveva mai dovuto dividermi con nessuno. Ero io piuttosto che dovevo dividerlo con Capomazda, e certo non potevo fargliene una colpa.
D'instinto gli sfiorai delicatamente la guancia.
"Sei davvero un ragazzo speciale, Icarius..." Mormorai dolcemente, con un sorriso nonostante i miei occhi fossero velati di tristezza "E ti giuro che farti soffrire è l'ultima cosa che voglio.." Con gli occhi nei suoi "Davvero...".
Avrei voluto abbracciarlo, ma riuscii a trattenermi, quella carezza era per Icarius e lui solo, se avessi sentito il calore del suo corpo contro il mio, il profumo della sua pelle allora avrei rischiato di perdere il controllo e sapevo di non potermelo permettere.
Quanto sarebbe stato più semplice abbandonarmi a tanta dolcezza, quanto sarebbe stato semplice fregarmene e dimenticare.
Ma io non ero così, non potevo rischiare.
"Adesso sei tu l'Arciduca di Capomazda..." Mormorai piano "Ti accorgerai che a corte non c'è posto per me.. Magari come maestro d'Armi finché non sarai in grado di cavartela... ma certo non come donna..." Sospirai, cercando nuovamente i suoi occhi "Ti troveranno una Granduchessa, immagino... Nobile, raffinata, e magari anche più bella di me..." Con un sorriso leggero.
Tutta quella storia mi aveva velato lo sguardo e il cuore di una profonda tristezza, che tentai in tutti i modi di nascondere.
Icarius propose di tornare al palazzo e montò in sella, un attimo dopo io feci altrettanto.
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