"Se vi avessero tenuto rinchiuso e mascherato per anni, sareste impazzito anche voi" dissi a Pirros.
"In realtà" aggiunsi "non credo sia affatto pazzo o, perlomeno, non nel senso comune del termine. Credo che sia un uomo colto ed intelligente, che ha il diritto di ricominciare a vivere, proprio come noi"
Io ed Ewig la guaritrice ci scambiammo un'occhiata, che Pirros non potè fare a meno di cogliere.
"Sedetevi, Messere, devo raccontarvi qualcosa che non sapete. Anzi, ora che ci penso bene, voi di me non sapete ancora proprio un bel niente!"
Fu così, che seduti accanto al fuoco, raccontai a Pirros della mia vita da orfana, dei miei sogni sul prigioniero e sulla mia identità, svelata dopo tanti anni da quella lettera.
"Ho intenzione di aiutare quell'uomo ad uscire dal carcere e a ritrovare la sua identità".
Guardai Edwig per un attimo, che rispose al mio sguardo con un lieve cenno del capo, come ad esortarmi a proseguire.
"Messere, ho lasciato una fiala a quell'uomo, che Edwig ha preparato con le sue erbe. Il composto è in grado di far sprofondare la persona in un sonno talmente profondo, da essere simile alla morte. Voglio sapere cosa succede ai detenuti che perdono la vita in carcere: dove vengono condotti, se hanno essi diritto all'estrema unzione e chi se ne occupa".
Lo fissai dritto negli occhi. E lo fissai così intensamente, che le forze della natura percepirono quell'energia e, fuori, si alzò un fortissimo vento.
"O siete con me, Messere, o siete contro di me"
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Footfalls echo in the memory, down the passage we did not take, towards the door we never opened, into the rose garden.
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