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Vecchio 11-03-2015, 03.35.13   #1228
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Il prigioniero dalla maschera di ferro guardò, per quanto possibile, dalle grate della sua finestra, riuscendo ad intravedere per un momento Tessa stretta nel suo mantello e nascosta dal cappuccio che andava via.
Fu quasi tentato di gridare, di forzare quelle invalicabili sbarre, di spaccare le pietre che formavano la sua cella, ma restò invece a fissare la luce cercando di immaginare quella misteriosa ragazza che gli aveva rivelato solo il colore dei suoi occhi, oltre che il proprio nome.
“Carceriere...” disse poi il prigioniero, parlando dallo spioncino “... carceriere!” Gridò.
“Cosa?” Il carceriere a lui.
“Quella ragazza che è andata via...” mormorò “... quella che stava qui, davanti alla mia cella... com'era? Com'era fatta? I suoi capelli, il suo volto... descrivimela...”
“Al diavolo!” Ridendo il carceriere. “Perchè mai? Non tornerà mai più! Non è un luogo per una donna questa! Ma solo per dannati! Meglio dimenticarla! Non si farà più rivedere!” E chiuse bruscamente lo spioncino.
Allora per la rabbia il prigioniero tirò un pugno contro la pesante porta, causandosi un taglio sulla mano.
Vide poi il sacchetto e lo raccolse.
E con sua meraviglia trovò al suo interno una fiala di vetro.
Riconobbe con l'olfatto alcune delle erbe che lo componevano e capì.
Era un qualche potente veleno, una droga capace di dare una morte apparente.
In quella sua assurda cattività, la misteriosa maschera di ferro aveva avuto modo di leggere diversi libri, che non gli venivano negati, come molte altre sue richieste, venendo così a conoscere molte cose di tante discipline differenti.
“Eri dunque forse un Angelo, misteriosa ragazza dagli occhi verdi?” A bassa voce e con un leggero sorriso.
E prese la fiala, bevendone il contenuto tutto d'un fiato.
Intanto Tessa ritornò alla casa di Edwin, dove trovò ad attenderla la donna e Pirros.
“Finalmente...” avvicinandosi a lei l'uomo dai capelli chiari “... ero ansioso di rivederti...” sorrise “... allora, dimmi... hai veduto quel pazzo? E' solo un miserabile che morirà in quella cella, dove merita di marcire.” Accarezzandole il viso.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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