“Occhi verdi...” disse il prigioniero malinconicamente a quelle parole di Tessa “... il verde è il colore che più immagino, che più sogno guardando la luce che filtra dalla finestra di questa cella... io da qui posso vedere solo l'azzurro del cielo quando c'è il Sole, o il grigiore inquieto delle nuvole quando invece il tempo è inclemente... di notte poi, se sono fortunato e l'aria è limpida, riesco a guardare le stelle e la pallida Luna, col suo alone etereo, incantato e quasi indifferente... le parlo... le parlo per ore... per tutto il tempo in cui è visibile, ma essa non risponde... i carcerieri dicono che sono pazzo e forse sono ammattito proprio nel tentativo di udire la voce della Luna... o chissà, nell'immaginare di giorno quel verde che posso solo sognare... lo immagino tra il verso dei merli, le voci dei pastori che guidano i loro greggi o nei canti dei contadini mentre seminano o arano la terra... si... se dovessi dare un colore al mondo di fuori, sceglierei il verde...” si voltò verso lo spioncino, da dove parlava la giovane “... e magari posso vederlo quel mondo nel verde dei vostri occhi...” fece per alzarsi ed avvicinarsi allo spioncino, ma arrivò in quell'istante un carceriere.
“Il tempo della visita è terminato, madama.” Annunciò, guardando Tessa.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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