Il Sole di quel mattino di Marzo penetrava con raggi dorati attraverso la finestra con grate che si apriva nella parete di pietra, arrivando a sferzare la cromatura ferrea della maschera di quel misterioso prigioniero.
“Non avete certo bisogno di un tiro di dadi per chiedermi di avvicinarmi a voi, amica mia...” disse a Tessa, senza alzarsi dalla brandina “... ma una partita non si rifiuta mai in un posto come questo, soprattutto quando è una donna a chiederlo... affare fatto dunque... voi mettente in palio il colore dei vostri occhi, mentre io sul piatto porrò come pegno quello di avvicinarmi a voi...”
Il sacchetto fatto scivolare dalla ragazza attraverso lo spioncino, nel cadere a terra si aprì ed i dadi rotolarono fino ai piedi della brandina.
Il prigioniero, allora, guardò a terra e prese i dadi.
Li portò alla bocca e li baciò.
“Portatemi fortuna, amici miei...” cominciò ad agitarli in una mano, per poi lanciarli a terra, facendoli rotolare per un bel po' “... per i vostri occhi, lady Teodora Tessa Taddei...” sorridendo.
I dadi terminarono di rotolare, mostrando infine il risultato finale.
“Doppio sei.” Fece il prigioniero. “Dodici, il massimo. Un risultato che può solo essere pareggiato.” Rise piano.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
|