Clio, con occhi perfidi e di ghiaccio, puntò il pugnale contro quegli uomini, mentre Ammone, senza scomporsi più di tanto, sollevò un pesante pezzo di lamiera e lo spezzò in due, ricavandone una rudimentale ma devastante arma da taglio.
“Il prossimo fra voi che aprirà la bocca prima di aver alzato i tacchi e portato via il muso da qui, si ritroverà con la testa tagliata in due.” Disse minaccioso l'omone.
“Siete diventati pazzi?” Uno di quegli uomini. “Non sapete cosa state facendo? Rinsavite, per la miseria!”
Ammone allora, per tutta risposta, cominciò ad agitare la lamiera, facendola volteggiare in aria come la più pericolosa delle lame.
“Andate via!” Tuonò con un tono che non ammetteva repliche.
E il ringhiare del cane di Giovanni fu un incentivo che portò quegli uomini ad andarsene.
Ma nei loro occhi vi era rabbia e vendetta.
“Ma torneranno.” Ammone fissando Clio.
“Andate via anche voi.” All'improvviso Giovanni alla ragazza e all'omone. “Via, o davvero vi scioglierò contro il mio cane. Lasciateci in pace.”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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