Entrata all'interno del carrozzone, Gwen si sentì come dentro un libro di fiabe o di vecchie novelle.
Ovunque vi erano maschere e costumi, oggetti scenici, pannelli variopinti a richiamare gli scenari più esotici, fino a quelli più magici e surreali.
E poi spade di legno, armature di cartapesta, elmi di sughero e pelli di ogni tipo, da quelle di animali selvatici ad altre che dovevano richiamare l'aspetto di chissà quale creatura mitologica, come unicorni, liocorni, draghi e così via.
“Ecco il paese delle meraviglie.” Disse Ozzillon alla ragazza, mostrando quel mondo fatto di finzione ed effetti speciali.
E finalmente il carrozzone riprese a muoversi.
Così, lentamente, cigolando e tintinnando, quel bizzarro caravan ricominciò il suo cammino nella campagna Capomazdese, fino a raggiungere le porte della capitale ducale tra il clamore della gente, la curiosità dei passanti e l'entusiasmo dei ragazzini.
Allora Ozzillon sbucò dal tetto del carrozzone e salutò la città ed i suoi abitanti.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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