Il Priore Tommaso sorrise a quelle parole di Altea.
“Sono onorato della vostra fiducia, milady.” Disse. “Quanto all'Arciduca, perdonatemi, ma, come detto più volte, io devo confrontarmi con questa situazione facendo leva solo sulla mia razionalità, il mio intuito e le mie conoscenze. Voi, consentitemi, avevate un forte legame con lui e ciò vi pone davanti a questa storia in balia di sentimenti forti e stati d'animo animati da vistosi istinti. Non che sia un male questo, ma diciamo che io e voi in questa indagine rappresentiamo le due facce della medesima moneta. Voi siete istinto e passione, mentre io raziocinio e concretezza. Magari unendoci riusciremo a scoprire qualcosa di nuovo.” Annuì. “Direi di prendere due cavalli, così, dopo aver visitato la campagna in cerca del nostro oggetto misterioso, vi accompagnerò a visitare la tomba dell'Arciduca.”
Così, i due uscirono dal palazzo in sella a due cavalli, raggiungendo il punto preciso della campagna dipinto dall'artista.
Trovarono il pozzo che il Priore aveva fissato come punto di riferimento e cominciarono a cercare qualche possibile indizio.
E dopo un po', sul terreno reso secco dal vento freddo soffiato negli ultimi giorni su Capomazda, Altea notò qualcosa.
Era una strana ed indecifrabile impronta.