Più avanzavo in quella distesa incantata e surreale, più mi chiedevo se quel suono non l'avessi davvero immaginato.
Era stato solo un secondo, infondo, magari dettato dalla indisponente speranza che ogni tanto veniva a turbare il mio dolore.
Doveva essere così, pensavo, devo averla immaginata.
Eppure continuavo a camminare, quasi rapita da quel paesaggio tanto inquietante eppure affascinante.
Sorrisi al verso della civetta, chinando appena il capo, per poi alzare lo sguardo ad osservare la luna.
Quel nobile animale ci univa anche se per motivi completamente diversi.
Ma forse non era poi una strana coincidenza, avevo imparato che nulla lo era.
Quando ormai ero quasi sul punto di tornare indietro, vidi una luce, in lontananza.
Il cuore iniziò a battere sempre più forte.
Ma dovevo essere prudente, e non permettere ai miei sentimenti di sopraffarmi.
Ero sola nella campagna, potevano sempre essere nemici.
Però mi avvicinai, seppur circospetta e nascosta, a quella luce.
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