“Ora calmati, Elisabeth...” disse sottovoce De Gur a sua moglie “... sono stato impossibilitato a raggiungerti prima. Non sono qui per diletto, ma per svolgere il mio compito a corte. E non temere, la cena finirà presto e troverò una scusa per accompagnarti al castello o farti condurre là da qualcuno.”
Il racconto del mendicante terminò poco dopo, lasciando una strana inquietudine nella sala.
“E tu che sembri conoscere bene i Taddei...” Cimmiero allo straccione “... come un cane conosce le abitudini dei suoi padroni... dì un po'... secondo te come sono morti? Davvero quella che chiamano Gioia nasconde uno spiritello?”
Tutti risero.
“Per voi è fortuna, no?” Fissandolo il mendicante. “Così potete ingrassare a questa tavola senza preoccupazioni.”
“La tua insolenza non ha limiti, porco!” Esclamò Gvineth.
“Non perdiamo la testa...” con un cenno Cimmiero “... questo pezzente non ha ancora risposto...”
“I Taddei sono morti magari per mano di uno dei loro nemici.” Ridendo Guanto. “Ne avevano tanti.”
“I Taddei erano tutti invincibili guerrieri.” Disse il mendicante.
“Già...” annuì Guanto “... si dice che Guisgard fosse un arciere d'eccezione... chissà se bravo quanto me...”
“Dateci una dimostrazione, milord!” Uno dei suoi compagni.
Guanto allora prese un arco, vi incoccò una freccia e senza dire nulla trafisse il povero mendicante, spaccandogli il cuore con un colpo tanto preciso, quanto letale.”
“Altro che gioia!” Divertito Cimmiero. “Avrà sentito molto dolore!”
E tutti risero.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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