C’è qualcosa di magico in questa fredda e chiara notte di Gennaio.
Sarà forse la splendida luna piena, che risplendeva sul cielo cittadino di una luce diversa, calda e avvolgente, dai riflessi rossastri.
O forse l’allenamento, le risate dei fratelli, le montagne nascoste dal buio della sera.
Sarà anche per il capitolo finalmente giunto al termine, che mi lascia in uno stato a metà tra la soddisfazione, il terrore che non vada bene, e la voglia di iniziare a fare ricerca per il successivo.
O magari quel regalo inaspettato, a cui lei stava lavorando da mesi a mia insaputa.
Già, sarà anche quello, dato che continuo a pensarci.
E mi strappa un sorriso immaginarla mentre ricama, abituata come sono ai nostri duelli.
Fatto sta, che sento una strana pace.
Passeggiare per Camelot a quest’ora è sempre affascinante.
Alla luce della luna, poi, sembra un paesaggio fiabesco, di quelli in cui sono ambientate le storie più appassionanti.
C’è un silenzio irreale, interrotto soltanto dalle sporadiche risate delle guardie, il fruscio di qualcuno che sgattaiola verso la sua casa, sperando di essere nascosto dalla coltre della notte, il miagolio di un gatto.
È toccato a me questa notte, eccezionalmente, l’ultimo giro di guardia.
Devo dire che non poteva capitarmi notte migliore.
Tutto è tranquillo, e mi incammino verso casa.
Non sono stata fortunata come il nostro Primo Cavaliere che trova sempre splendidi angoli nascosti, poesie rubate, canzoni di innamorati elevate alla luna messaggera.
Ma poi, una volta a casa, mi cade l’occhio su un quadretto che mi ha regalato la mia cara nonna.
Un augurio, semplice ma intenso.
Un augurio che porta con sé la magia e la saggezza irlandese.
Un augurio che io stasera dono a voi, insieme a quello di passare una serena notte, o quel poco che ne resta.
Che tu possa avere
delle mura per ripararti dal vento,
un tetto per la pioggia,
una tazza di tè accanto al camino,
risate per rallegranti,
coloro che ami al tuo fianco
e tutto ciò che il tuo cuore desidera.
Buonanotte Camelot