Il locandiere controllò ancora la stanza e poi, cercando di rassicurare Guisgard, uscì, portandosi dietro il suo cane.
Il falso pittore, rimasto solo con Clio, tornò ad affacciarsi alla finestra, sperando di vedere qualcosa col favore della luce.
Ma quelle figure erano come svanite nel nulla.
E fu in quel momento che il presunto duca si accorse del lungo taglio sul suo polso.
“Dannazione...” disse “... sono riusciti a ferirmi...” avvicinandosi ad una ciotola con dell'acqua “... fortuna che non hanno colpito anche te...” cercando di lavarsi la ferita “... ma chi erano? E cosa volevano?” Pensieroso. “Un momento... le parole di quel dannato... mi ricordano le cose che ci disse il vecchio scultore sulla Santa Caterina...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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