Ma chi diavolo erano?
Sembravano ombre evanescenti.
Ma diamine quelle armi erano vere, altroché.
Entrò Guisgard, ma anche a lui non sembrava andare meglio.
Si accesero le luci, prima al pianterreno, poi sul pianerottolo.
E le due figure scomparvero, pronunciando quelle parole.
Guardai Guisgard perplessa, ma il proprietario sarebbe entrato da un momento all'altro.
Nascosi i pugnali in fretta, e iniziai a tremare, rifugiandomi tra le braccia di Guisgard.
Alzai lo sguardo per un istante, strizzando l'occhio al finto pittore.
Ero solo una povera modella che era stata aggredita, dopotutto.
Ma quelle parole continuavano a rimbombarmi nella mente.
Ci avevano aggredito a caso? Oppure sapevano chi eravamo?
|