Guisgard annuì a Clio e subito corse verso quella donna che si contorceva a terra come un ossesso.
Tremava, aveva gli occhi bianchi e la bava alla bocca.
Il falso mercenario cercò di slacciare la tunica sul collo della servitrice, in modo da farla respirare più liberamente e poi le mise fra i denti il fodero del suo pugnale, affinchè la lingua non la facesse soffocare.
Ma fu tutto inutile.
La donna cercò di gridare, non riuscendoci e poi morì.
“E'...” disse impressionato Guisgard “... è... morta...”
La pelle della poveretta era quasi blu.
“Cosa mai ha potuto ucciderla in questo modo?” Mormorò Capitan Falco.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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