Guisgard si voltò udendo la voce di Clio.
“Lasciami indovinare...” disse sorridendo “... non ti piace l'arredamento della tua stanza, giusto?” Sorrise piano.
Si fece poi di colpo serio, accostandosi ad una piccola finestra, da cui si poteva guardare nel cortile, dove bruciava ancora quel rogo di libri.
“Questo posto è strano...” mormorò “... anche un cieco capirebbe che aleggia qualcosa... qualcosa di inquietante...” tornò a fissare la ragazza “... sai che non ti ho ancora detto che questo abito uniforme di dona parecchio? E poi quell'aria di disprezzo fa molto dama di ferro.” Rise. “O forse posso vantarmi di avere per me solo il tuo disprezzo?” Facendole l'occhiolino.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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