“Milady...” disse Chiò ad Altea “... io credo, da quanto ci raccontate, che qualcuno abbia architettato tutto questo per farci cadere in trappola. Restare qui ed aspettare non porterà alcun vantaggio, né ci terrà al sicuro, in quanto il nostro misterioso nemico mira ad ucciderci tutti.”
“Cosa dici di fare allora?” Chiese Ammone.
“Muoverci, non stare fermi.” Rispose Chiò. “Dobbiamo cercare di uscire da qui e trovare Guisgard e Clio.”
“Si, hai ragione.” Annuì Ammone.
“Questo corridoio” fece Chiò “sembra l'unica direzione possibile adesso... una sorta di passaggio obbligato... non ci resta che attraversarlo... andiamo.”
I tre, così, cominciarono ad attraversare il corridoio.
Sulle pareti vi erano diverse porte, ma ogni volta Chiò cercava di aprirne una si accorgeva che era chiusa.
Fino a quando, giunti in fondo al corridoio, davanti all'ultima porta scoprirono che era aperta.
Allora vi entrarono, trovando una stanza illuminata a stento da una lampada.
Si trattava di una sorta di biblioteca, con tantissimi volumi sparsi ovunque e non solo sopra le mensole.
“Libri?” Sorpreso Ammone. “Ma cosa ce ne facciamo?”
Ma guardandosi attorno, Altea notò un libro posto su un piccolo tavolino.
Sembrava molto antico e recava questo titolo:
“Apologia del Poema Eroico ed il mito di Ardea de'Taddei.”