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Vecchio 10-11-2014, 18.25.44   #2400
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Saliti nella carrozza, Guisgard, Clio, Altea, Chiò e Ammone trovarono nella vettura un altro individuo.
Era un uomo di robusta costituzione, dall'aria poco sveglia.
Tuttavia i suoi modi e le sue parole tradivano quella tipica cultura cortigiana, fatta di apparenza e vuota indifferenza.
“Benvenuto a bordo, milord.” Disse a Guisgard. “Signore...” alle due donne “... messeri...” a Chiò e ad Ammone.
“Siete Maccus?” Chiese Chiò.
“Oh, affatto.” Rise l'uomo. “Sono solo un cortigiano incaricato di accompagnarvi al Castello Baronale di Suession.”
“Pensavo ci attendesse un teatro.” Fissandolo Guisgard. “Forse questo Maccus è un nobile?”
“Solo nell'animo e nell'estro, milord.” Sorridendo il cortigiano.
“Vive dunque al servizio di un nobile mecenate?” Domandò il presunto Taddeide.
“Si, milord.” Annuì il cortigiano. “Alla corte di lady Cramelia di Suession. Ma non temete, appena giunti al castello tutto vi apparire molto più chiaro.” Guardò Guisgard con attenzione. “Devo confessarvi che voi, milord, siete proprio come Maccus vi immaginava.”
“Davvero?” Studiandolo Guisgard.
“Si.” Rispose il cortigiano. “E mi complimento per la scelta delle vostre assistenti, milord. Sono due bellezze straordinarie, sebbene diversissime fra loro.”
“Come fa questo Maccus a conoscermi?” Sospettoso il presunto duca.
“Ma tutti conoscono ciò che sta accadendo a Capomazda.” Rivelò il cortigiano. “La contesa tra voi e l'attuale Arciduca e tutto il resto. Ma vi prego, milord, di non preoccuparvi oltre. A corte ogni vostro legittimo dubbio sarà sciolto.” Indicò allora fuori dal finestrino, il paesaggio circostante.
La carrozza imboccò una stradina laterale e cominciò a percorrere un tratto scavato dai profondi solchi lasciati dal secolare passaggio di ruote, fiancheggiato da sterpi, muschio e pietrisco.
Era ormai meriggio inoltrato e variegati sicomori, incantati salici e bronzee querce parevano quasi animarsi alla calante luce del Sole, vaga e mutevole per il prossimo arrivo del crepuscolo.
La millenaria brughiera allora apparve loro in tutto il suo primordiale splendore.
I pascoli verdeggianti, la vasta campagna ed il tetro e muto profilo dei monti lontani che racchiudevano quello scenario, si mostravano come immagini tratte da un libro di antichi e perduti racconti.
Ed in questo silenzioso panorama solo il cigolio delle ruote della carrozza sembrava scuoterne le fattezze da un'innaturale dimenticanza.
Poi, ad un tratto, la vegetazione parve aprirsi come i cancelli di un mondo a parte ed allora videro l'imponente ed antica costruzione.
Il castello si ergeva su una monumentale sostruzione, simile ad un immenso tumulo, sotto il quale venivano convogliati i flussi del Lagno che lo circondavano, generando un invalicabile fossato difensivo.
“Il Castello Baronale di Suession.” Svelò il cortigiano.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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