La donna si fermò e adagiò le camicie ancora da finire su una bassa sedia.
“Il sogno in sé è buono...” disse a Guisgard “... il cavallo è ciò che tu cerchi e la donna rappresenta qualcuno o qualcosa che cerca di trattenerti, di rallentarti... il defunto è più che altro un'anima che cerca la tua attenzione...”
“Ah, ho dimenticato di dire che aveva il viso scarno, ma l'aspetto sereno e mi seguiva...” mormorò il presunto Taddeide.
La donna annuì e proseguì così:
“Tu però nel sogno ben conosci dove si trova il cavallo bianco e nonostante le difficoltà sai come raggiungerlo.” Sorrise. “Questo è quanto. Dio ti Ha mostrato ciò che sta per compiere. Il resto lo scoprirai vivendo.” Riprese le sue camicie e poi il suo lavoro.
“Grazie, madama...” alzandosi Guisgard.
“E non avere paura.” Fece lei. “Sei giovane e forte. Il Signore ti aiuterà.”
Lui annuì, salutò la dama, baciò l'immagine di Cristo alla parete, si segnò tre volte inginocchiandosi e poi con Clio ed Altea lasciarono la casa della donna.
“E' lui...” indicando Guisgard una delle due figure dall'altra parte della strada.
“Come fai a dirlo?” Chiese l'altra alla prima.
“I suoi occhi.” Rispose questa. “E poi ha due donne con sé. E' lui...”
Attraversarono la strada e raggiunsero i tre.
“Salute a voi.” Con un lieve cenno del capo uno di loro a Guisgard, ad Altea e a Clio.
Avevano lunghi mantelli ed il capo coperto da semplici berretti.
“Chi siete voi?” Domandò Guisgard ai due uomini.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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