Velv sorrise ad Elisabeth ed invitò lei e Nettuno a sedersi con lui.
Il capitano chiese poi ad uno dei suoi uomini di portar loro del buon vino, che fece servire per lui, per la donna e per il naufrago.
“Vedete, madama...” disse Velv ad Elisabeth “... è risaputo che convincere il popolo di una menzogna è cosa assai più semplice che persuaderlo invece ad accettare una verità. Sin dall'antichità la gente è attratta dalla bugia, specie se fantasiosa. Così, il rinnegato e traditore, conosciuto col nome di Guisgard, ha pensato bene di spargere le sue falsità ben condite con meravigliose assurdità. Egli, approfittando del dolore del duca e della volontà del popolo di riallacciare il presente con la fama del passato, è ricorso al trucco più vecchio del mondo, quello ossia di spacciarsi per un fantasma. E non un fantasma qualunque.” Rise beffardo. “Il fantasma di un bambino rapito ed ucciso anni fa e guarda caso unico erede all'antico seggio dei nobili Taddei.” Sorseggiò del vino. “Guisgard è un impostore, un vile. Un uomo ambizioso ed astuto. Ed io non avrò pace fino a quando non lo avrò trovato e spedito all'Inferno.”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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