Tra le vecchie e silenziose strade di Camelot, che si inerpicano tra le antiche mura, la parte nobile del borgo vecchio, fino a salire verso il castello reale, dopo il suo ultimo giro di ronda Guisgard si fermò a salutare tre suoi amici cavalieri.
E mentre i quattro discutevano di cortesia e cavalleria, all'improvviso si avvicinò loro un giovinetto per chiedere la carità.
Ciascuno dei quattro cavalieri diede al giovinetto una moneta e questi li ringraziò lungamente.
Fissando poi Guisgard, chiese:
“Cavaliere, molti ne parlano, ma cos'è davvero l'Amore Vero?”
“Altro non è che la vera felicità, la Gioia.” Rispose il cavaliere.
“E com'è possibile trovarlo?”
“Seguendo il proprio cuore.” Fissandolo Guisgard. “Sempre.”
“Perchè ad alcuni viene dato in quantità maggiori che ad altri?” Domandò ancora il giovinetto.
“L'Amore è dato a tutti nella medesima dose.” Spiegò Guisgard. “Poi ogni uomo lo vive secondo il suo cuore. Come il suono di uno strumento. La musica è sempre la stessa, ma si diffonde in modo diverso da strumento a strumento. Vi sono cuori più grandi di altri e dunque amanti migliori di altri. Come Perseo, Paride, Lancillotto, Tristano, Erec, Rinaldo, Bassanio, Romeo.”
“Ma perchè tutti cercano l'Amore vero” fissandolo il giovinetto “se poi Esso chiede sempre tanto della nostra vita?”
“L'Amore vero” rivelò Guisgard “non chiede mai tanto della nostra vita. Ma chiede tutta la nostra vita.”
Il giovinetto sorrise, salutò i quattro cavalieri e poi andò via, svanendo nelle silenziose ed incantate stradine di Camelot.
I tre cavalieri, incuriositi, chiesero allora a Guisgard chi fosse quel giovinetto.
“Non lo avete dunque riconosciuto...” disse Guisgard ai tre. “Quel giovinetto era Messer Amore, giunto stanotte per narrarvi cosa sia davvero l'Amore. Quello vero.”
Buonanotte, Camelot...