Guisgard fissò Altea e sorridendole annuì.
“Si...” disse poi al monaco “... fu proprio Frate Nicola a dirmi di giungere qui per vedere il Codice Ardeliano... devo vederlo... anche solo per un momento... ve lo chiedo in Nome di Dio.”
Il monaco annuì e fece loro cenno di seguirlo.
Uscirono così dalla navata e raggiunsero delle scale laterali, fino a comparire nello spiazzo antistante la chiesa.
Da qui poi scesero verso le rocce su cui era addossata la chiesa, ritrovandosi davanti ad una porta di legno fissata nella pietra.
Il monaco estrasse una chiave dalla tasca ed aprì quella porta.
Un attimo dopo Guisgard, Altea e i cinque dell'equipaggio entrarono in un'austera grotta.
Un Crocifisso era inchiodato alla parete rocciosa e su un piccolo spuntone di pietra vi era la statua dell'Arcangelo Michele.
“In quel punto” indicando la statua il monaco “apparve San Michele...”
E sotto la statua erano incise queste parole sulla nuda roccia:
“Io sono l'Arcangelo Michele e sono sempre al cospetto di Dio.”