Capitolo IV: Alla ricerca del Fiore Perduto
“Non ci siamo mai preoccupati dei segreti dei poeti, benchè ne ascoltassimo i canti con piacere.”
(Novalis, Enrico di Ofterdingen)
La Santa Caterina si alzò in volo e sotto di sé l'isolotto si fece sempre più piccolo.
Un attimo dopo intorno al vascello dei sogni c'era solo il mare sterminato e misterioso.
Guisgard si avvicinò a Lainos per dargli le indicazioni da seguire riguardo la loro rotta ed il timoniere annuì.
Il cielo era di un azzurro terso, mentre solo in lontananza alte e corpose nuvole si stagliavano lungo l'orizzonte.
Il Sole si infrangeva sulle onde spumose, liberando migliaia di frammenti fatti di riflessi e bagliori dorati.
“Amici...” disse Guisgard dal ponte di Comando “... forse non è un caso che proprio oggi giungeremo al Monte Sacro... infatti in questo giorno si celebra la solenne festività dell'Arcangelo Michele. Ed il caso sappiamo non esiste.”
“Ci proteggerà lui.” Fece Palos.
La Santa Caterina percorse così diverse leghe, fino a raggiungere la terraferma.
Attraversarono così in volo villaggi, borghi, colline e poi monti.
Era uno spettacolo grandioso.
Nessuno infatti in quell'epoca era mai riuscito a volare e vedere così dall'alto il mondo sottostante lasciava nei loro cuori sensazioni uniche e meravigliose.
Come se quel loro viaggio avesse già assunto i tratti del fiabesco.
Infine, tra alte montagne le cui cime erano animate da volenterosi mulini a vento, scorsero una verde vallata, attraversata, come una porta su un mondo incantato, da un monumentale acquedotto.