Fu un bacio intenso, appassionato, ma breve.
Elisabeth poté solo per un istante assaporare il calore e la bramosia di Nettuno.
Le sue labbra, il contatto con la sua lingua, il suo respiro.
Poi, d'improvviso, il naufrago allontanò la sua bocca da quella della falsa Symoin.
E nel riaprire gli occhi lei, dopo quel caldo e sensuale bacio, vide soltanto gli occhi di lui, freddi ed impietosi.
“Immagino” disse fissandola “che in questo modo attiri a te gli uomini, vero? Come l'ape regina per il tuo piacere, per poi ucciderli come la femmina della mantide col suo compagno. Beh, sappi che per quanto bella i tuoi trucchi con me non funzionano.” Sorrise appena. “Mi piace cacciare, non essere preda.” La guardò tutta, con disprezzo. “Troverai di certo qualcuno più adatto di me a farti da schiavo.” Si voltò e tornò verso il faro.
Ma rimasta sola Elisabeth avvertì una presenza.
Qualcuno poco distante che la fissava.
Ed infatti, tra alcuni alberi, intravide una figura nascosta.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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