Disattivato
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Sorrisi a Yolanda.
"Beh, hai indosso il mio cappotto, e io sono un pirata.. questi abiti, invece non li ho mai indossati.." alzai le spalle "Se vuoi restare in sottoveste su una nave piena di uomini che non hanno mai conosciuto una donna bella come te fa pure.. giochi col fuoco, a parer mio, ma ammiro il tuo coraggio.." con un inchino galante "io mi vestirei di stracci pur di proteggermi..." mormorai.
Da una parte, non mi dispiacevano i lavori manuali.
Erano semplici gesti ripetitivi, uno dopo l'altro, permettevano alla mia mente di vagare, perché le mie mani sapevano esattamente cosa fare.
Ero inquieta.
Proprio a me dovevano chiedere di restare fino a tardi?
Che rabbia!
Sola poi, non che mi dispiacesse non sentire le chicchere inutili delle donne, in realtà.
Ma non vedevo l'ora di finire per andare nel bosco ad allenarmi.
Quel volano continuava a non riuscirmi bene, e mi tormentava.
Era in momenti come questo che rimpiangevo di dovermi allenare da sola.
Ma da quando il maestro era malato, poteva solo spiegarmi cosa dovevo fare, perché poi io provassi.
Era uno strazio vederlo così distrutto.
Con la verdura avevo finito, era l'ora della carne.
Presi un coltello, e iniziai a pulire la selvaggina.
Intanto, però continuavo a rivedere nella mia mente la sequenza di movimenti che non mi usciva sciolta come volevo.
Ero talmente immersa nei miei pensieri, da non accorgermi della sua presenza.
Fu quando sentii delle mani sui fianchi che tornai bruscamente alla realtà.
Erano mani forti, possenti.
Non riuscivo a muovermi.
Per un brevissimo istante mi sentii piccola, indifesa.
Ma quando sentii la mano scendere per afferrare la gonna, qualcosa in me cambiò, cambiò per sempre.
I miei occhi divennero ghiaccio, e in rapido e fulmineo istante mi girai, conficcando il coltello che avevo tra le mani sotto il collo dell'uomo, verso la spalla.
Chi è l'idiota che assale una donna con un coltello in mano?
Poi sbiancai.
Lui?
Lui?
Il padroncino.
Viscido, volgare, supponente, odioso, ma figlio del padrone.
Lo vidi rantolare a terra, con gli occhi sbarrati.
Uno come lui non è abituato che una serva si ribelli, tanto meno che lo ferisca.
C'era sangue ovunque.
Mi sembrava di sentirlo addosso, sul pavimento, sulle pareti, ma sto solo delirando.
Sentii una voce dentro di me.
"Scappa Clio.. Scappa..".
Non riuscivo a muovermi, lui giaceva immobile, svenuto, o morto, per quanto ne sapevo.
Di nuovo quella voce.
"Scappa Clio.. Scappa..".
Ero finita.
Mi avrebbero cercato dappertutto.
Mi avrebbero torturato e ucciso.
Non potevo rispondere a un nobile, figuriamoci colpirlo.
Presi un profondo respiro, cercai di pulirmi in qualche modo e corsi, corsi più veloce che potevo, prima che qualcuno desse l'allarme, prima che mi prendessero, prima che..
Interruppi bruscamente quei ricordi lontani.
Erano passati anni ormai, non ero più quella ragazzina spensierata ormai, la vecchia Clio era morta quel giorno.
"Farò portare dell'acqua, dovrebbe esserci da qualche parte.." prendendo il bicchiere di vino per me.
Salutai le dame e uscii sul ponte.
"Allora, che succede?" sorrisi, restando a guardare la battaglia lontana "Come va lo scontro?" sorseggiando il prezioso vino.
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