Odiavo sentirmi impotente.
Lo avevo sempre odiato, some se delle catene mi stringessero i polsi.
Sgranai gli occhi quando vidi i condannati: i naufraghi non ci avevano parlato di un bambino.
"Maledetti.." sibilai tra i denti.
Ma poi accadde qualcosa, qualcosa che non avrei mai previsto.
Non c'era tempo da perdere.
"Andiamo..." feci cenno a Yanos.
Dovevamo sfruttare tutta quella confusione per liberare i prigionieri.
Restai solo un secondo ad osservare la strana nave.
Non avevo tempo da perdere.
Mi lanciai a capofitto in quel disordine, sperando che anche i tre naufraghi capissero.
Calai il cappuccio sul viso e raggiunsi il palco.
Dovevamo portarli via di lì, l'Hydra non era lontana.
Avevamo una speranza, dovevamo aggrapparci ad essa con tutte le nostre forze.
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