Mentre Altea era rapita dalla magia di quella notte, impreziosita da una pallida Luna e dalle note di quel canto lontano, ad un tratto sentì dei rumori giungere dal cortile sottostante.
Erano spari.
Vide allora suo cugino Tommaso che nonostante il buio circostante si stava esercitando con la pistola.
A pochi passi dal bersaglio, costituito da una carta da gioco posta sul ramo di un albero, c'era il fedele Rufus con in mano una lanterna, nel tentativo di illuminare il punto in cui il suo padrone mirava.
Un altro colpo e la carta, un asso di picche, cadde a terra con un foro giusto al centro.
“Bel colpo, signorino.” Disse Rufus. “Quattro su quattro.”
“Metti un'altra carta...” caricando la pistola Tommaso.
“Non abbiamo più assi di picche, signorino...” mormorò il servitore “... metto una carta qualunque?”
“Lascia stare...” fece Tommaso “... riprenderemo domani... va pure a letto ora...”
“Grazie.” Annuì Rufus. “Buonanotte, signorino.” Ed andò via.
Tommaso allora alzò gli occhi al cielo e si accorse di Altea che lo fissava.
“Ancora sveglia, cugina?” Sorridendole. “Non hai sonno stanotte, o aspetti soltanto il tuo principe azzurro?”
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
|