Visualizza messaggio singolo
Vecchio 05-08-2014, 20.02.05   #908
Clio
Disattivato
 
L'avatar di Clio
Registrazione: 16-09-2012
Residenza: Mediolanvm
Messaggi: 8,176
Clio sarà presto famosoClio sarà presto famoso
Osservai il bottino prima con interesse, poi distrattamente.
"Dobbiamo comunque dividerlo con Barbaleone, è il minimo...".
Nulla di tutta quella roba mi interessava.

Il vivace mercato cittadino risplendeva di mille colori e voci diverse.
Chi decantava le proprie stoffe, chi pubblicizzava splendida frutta, o formaggi, e ancora vino, olio, esotiche spezie.
E poi c'era lui: messer Turand.
Armi di ogni tipo erano esposte con cura sul bancone del giovale mercante.
Pugnali intarsiati col manico in madreperla, spade maestose o leggere, e ancora balestre sofisticate, archi con faretre ricamate.
Ma anche elmi decorati, scudi tetri o colorati, persino un'armatura bianca completa.
Per me, era come vivere un sogno.
Restavo lì, con gli occhi sgranati, a fissare tutte quelle meraviglie che mai in vita mia avrei potuto permettermi.
Quella mattina mi ero ripromessa di non fermarmi, avevo una commissione da sbrigare, non avevo tempo.
Ma fu più forte di me.
Dovevo controllare se c'era ancora, come ogni volta.
Mi avvicinai con il cuore in gola, e poi sospirai di sollievo.
Era ancora lì, non l'aveva venduto.
Parlo di un bellissimo pugnale, uno dei più semplici in realtà, di cui mi ero follemente innamorata.
La lama sottile e affilatissima, l'elsa altro non era che un corno di capriolo.
Mi ricordava Lortena, e le mie montagne, la vita semplice a cui ero abituata prima di trasferirmi lì, la libertà che ricercavo.
Erano mesi che mettevo via i soldi per comprarlo, Taddeo dopo Taddeo, meno di un mese e sarebbe stato mio.
Sempre che qualcuno non lo comprasse prima di me.
A Messer Turand stavo simpatica, certo, ma doveva mangiare anche lui e non poteva tenermelo via.
Sorrisi, osservando l'oggetto dei miei sogni.
"Clio!" Una voce che non riconobbi alle mie spalle tra il frastuono.
Non dovevo essere lì.
Sbiancai, fingendo di non sentire, finché una mano non si posò sulla mia spalla, facendomi sobbalzare.
Avevo la coda di paglia.
Mi voltai quasi urlando per lo spavento, per poi accorgermi che era soltanto lui.
Nel vedermi spaventata scoppiò a ridere.
"Che il diavolo ti porti.." Alzando la mano per colpirlo, ma mi bloccai subito "Mi hai fatto spaventare a morte...".
Ma poi sorrisi anch'io, riprendendomi dallo spavento.
"Levati subito quel sorrisetto dalla faccia.."gli intimai stingendo gli occhi.
Lui aprì le mani in segno di resa, scuotendo la testa divertito, mentre si avvicinava al bancone e salutava il mercante.
"Allora è lui.." Indicando il mio amato pugnale "Carino..".
Aggrottai la fronte "Carino?" Scossi la testa "È stupendo ecco cos'è..".
Lo faceva apposta a farmi imbestialire?
Lui si limitò a sorridere.
"Non sapevo che avessi una giornata libera..".
Mi morsi il labbro con aria colpevole "Non ce l'ho, infatti.." Sbuffai "Il signorino desidera la focaccia di mele, e le abbiamo finite.." Presi un profondo respiro "Tu che ci fai qui?".
Lui indicò un palazzo poco distante, che si intravedeva tra le bancarelle.
"Sto andando da messer Furon.." Mi guardò negli occhi sorridendo "Beh, qui non vendono mele, posso accompagnarti un pezzo se ti va.. Andiamo, devo farmi perdonare per averti spaventata..." Strizzando l'occhio.
Alzai gli occhi al cielo, ma lo seguii sorridendo.


Eppure il destino a volte è strano, e permette alla vita di sorprenderci.
La settimana dopo ero stata costretta a scappare via, e quel pugnale era rimasto lì, sulla bancarella di Messer Turand.
I soldi che avevo messo via per lui, mi servirono a pagare il viaggio verso l'ignoto e la locanda di Portuga.
Erano passati anni ormai, e a volte mi chiedevo chi l'avesse poi comprato, che fine avesse fatto.
Un ricco ragazzino viziato? Un avventuriero? Un collezionista? Un cacciatore?
Non l'avrei mai saputo.
Eppure era diventato ancora più importante per me da quando me n'ero andata.
Voleva dire tanto per me, più di quanto mi piacesse ammettere.
Era la vita a cui avevo rinunciato, l'ultimo barlume di innocenza, la speranza di vivere una vita migliore.
Speravo sempre che, in un modo o nell'altro, sarebbe tornato da me.
Così lo cercavo silenziosamente in ogni bottino, con scarso successo.
Ed era buffo perché avevo pugnali mille volte più preziosi.
Ma mi mancava qualcosa, mi mancava lui.
Samoa mi riportò alla realtà, e ascoltai attentamente le sue parole.
"Interessante.. Rumore di metallo.. Quindi non ho detto una gran fesseria parlando di una macchina da guerra.. Beh, almeno questi non l'hanno visto volare.." Sorrisi "Voglio saperne di più... Samoa, nessuno è più adatto a te per capire cosa sta succedendo.. Studia a fondo quel diario.. Noi dobbiamo tornare a Portuga, non intendo abbandonare Barbaleone..".
Clio non è connesso