Prologo
Le porte della sala si aprirono e tutti gli invitati della festa furono fatti passare in un salone adiacente, nel quale sorgeva il teatro privato degli antichi conti di Lortena.
Naturalmente i primi posti, quelli più ambiti, furono riservati a Froster, Clio, Lhar, Oxuid, de Gur, Elisabeth, Altea, Musain e infine al falso Imone.
Tutti gli altri si accomodarono nei posti successivi che riempivano quella piccola platea.
Sul palco presero poi posto i membri della Compagnia del Giglio Aureo, tutti col volto coperto da una delle tante maschere della Commedia dell'Arte, subito intenti a sistemare alcuni pannelli decorati per animare un rudimentale sfondo.
“Signori...” disse infine uno di quegli artisti all'aristocratico pubblico presente “... stasera siamo stati chiamati per allietarvi con una delle tante opere della Commedia dell'Arte... ma poi, malauguratamente, il copione su cui avevamo scritto trama, ruoli e atti dell'opera è andato perduto... forse a causa della memoria poco lucida di qualcuno dei nostri drammaturghi, o di qualche grave dimenticanza nel custodire il baule in cui conserviamo solitamente le varie sceneggiature, o magari solo perchè qualcuno dei nostri autori stamani si è svegliato senza la benevolenza di madama Ispirazione...” scuotendo il capo “... fatto sta che mentre preparavamo maschere e costumi ci siamo accorti di non avere più una storia da rappresentare...” chinò il capo, per poi rialzarlo lesto un attimo dopo.
Una capriola sul palco, un salto all'indietro ed un vistoso inchino rivolto all'uditorio.
“Ma annullare il nostro spettacolo non sarebbe forse un delitto?” Continuò sorridendo da sotto la sua vistosa maschera. “Dopotutto, se non possiamo attingere dalla Commedia dell'Arte, lo faremo dalla vita reale, che infondo altro non è che l'Arte della Commedia!” Assumendo una posa teatrale. “Allora ci verremo incontro, miei signori. Noi narreremo a voi una degna storia, con tutti i canoni, le regole, i tempi, contrattempi, imprevisti, probabilità e colpi di scena. Il tutto al servizio di un finale meritevole di tal nome. Mentre invece voi, dame e messeri, aggiungerete a tutto ciò i personaggi, dove ciascuno di voi presterà volto e cuore ad uno di essi, consentendogli di vivere un'avventura degna di un romanzo.”
In quel momento un secondo artista apparve sul palco, con in mano un grosso cappello colmo di tanti bigliettini, ognuno ripiegato su stesso.
Con un agile balzo raggiunse la platea e cominciò a girare tra i vari spettatori.
“In quel cappello” fece l'artista che aveva parlato sul palco “ci sono i ruoli per la nostra storia. Ognuno di voi che vorrà impersonare una delle tante parti consentite non dovrà fare altro che pescare uno di quei bigliettini. Chi invece desidererà essere semplicemente se stesso in questa nostra rappresentazione, potrà tranquillamente ignorare quel cappello ed il suo contenuto.” Un nuovo inchino e svanì dietro il sipario, mentre il suo compagno continuava a girare fra i posti della platea e offrendo un ruolo a ciascuno dei presenti per quel misterioso ed insolito spettacolo.