Hedera, prese le sue cose e lasciò la cappella, ritrovandosi così nel mondo esterno che dal quale, per troppo tempo, si era nascosta.
Il mercato di Capomazda, come sempre, pullulava di ogni sorta di umanità.
Mercanti che esponevano la propria merce sui banchi, artigiani che per attirare gente restavano sull'uscio della propria bottega a lavorare, pescivendoli che innaffiavano i grossi barili di salamoia chiamando i passanti, macellai che appendevano a grossi uncini animali con il sangue ancora fresco e locandieri che caricavano sugli scanni cassette con damigiane e bottiglioni di vino d'ogni tipo.
E poi ancora mendicanti all'angolo delle strade, artisti girovaghi, saltimbanchi, zingare con i loro tarocchi in cerca di clienti a cui leggere il futuro, burattinai nelle piazzette ad attirare i ragazzi e chierici che attraversavano quel vivace mondo recitando le proprie orazioni quasi con indifferenza verso tutto il resto.
E nel varcare quel mondo, Hedera udì qualcuno parlare al centro della piazza con una buona schiera di curiosi fermi ad ascoltarlo.
“Dico il vero...” disse alla folla intorno a lui “... è proprio così... io stesso ho udito l'araldo annunciarlo... e il bando che leggeva aveva tanto di sigillo reale a convalidare il tutto.”
“Possibile?” Chiese uno dei presenti.
“E' proprio così!” Esclamò l'uomo che parlava alla folla. “Posso giurarvelo sulla mia testa! E che il Cielo mi fulmini se dico il falso!” Segnandosi tre volte. “Per quanto possa sembrare strano, è tutto vero!”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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