Quella figura, col suo sguardo fiero, l'espressione corrucciata e i lineamenti gradevoli ma contratti, nel fissare Elisabeth ebbe un sussulto, come un attimo di titubanza.
Guardò il suo volto, poi l'intera sua figura.
“Non basta un volto per essere qualcun altro...” disse infine “... lei era molte cose...” voltandosi poi verso il quadro “... e quel quadro è incompleto... l'ho dipinto io, avendola come modella...” tornò a fissare Elisabeth “... è notte ormai e fuori vi sono i lupi... voi ed il vostro servitore potete restare qui al castello... fino a domani...” li condusse allora in due stanze, una per lei ed una per Rager.
E poi andò via.
Elisabeth si ritrovò così in una comoda stanza, non molto grande ma accogliente, in cui trascorrere la notte fino al mattino seguente.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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