Hedera strinse le mani intorno al rosario, inginocchiata dinnanzi alla croce della cappella, pronunciando a mezza voce il suo ultimo pater noster. Aveva bisogno di tutta la grazia che il buon Dio fosse disposto a concederle, conscia com'era del momento importante davanti al quale si trovava. Quel giorno, dopo molti anni di volontaria reclusione del convento, Hedera - così ormai la chiamavano tutte le Sorelle, in virtù del suo testardo attaccamento al figlio ormai perduto - quel giorno Hedera era finalmente libera dalla potestà del padre, venuto a mancare pochi giorni prima, e non doveva più temere che il suo corpo fosse venduto, tramite il sacramento del matrimonio, a unico vantaggio delle finanze di famiglia. Era per questo che si era rifugiata lì, vivendo in castità pur non prendendo i voti.
Da quando suo figlio, nato da un matrimonio privo d'amore, le era stato sottratto, non c'era stato per lei un altro pensiero o conforto, non aveva cercato un amante che la abbracciasse né desiderato di stringere un altro figlio fra le braccia; la sua condotta era parsa tanto inaccettabile e irragionevole, per un il marito che la vedeva come poco più che una fattrice, da indurlo a ripudiarla, adducendo come scusa la sua follia.
"Amen" terminò Hedera con un sospiro, alzandosi in piedi con un fruscio di gonne. "Sono pronta, possiamo andare" disse rassettandosi prima di uscire dalla cappella, sul chiostro verdeggiante; lì i suoi pochi effetti personali erano su un carretto, in un grande baule borchiato. Accanto a quello, stavano Maria, la sua ancella, e Sorella Fiore, la suora con cui più di tutte in quegli anni aveva legato. Sorrise loro, quindi osservò con malcelato turbamento le porte che mettevano il convento in comunicazione con il mondo esterno, sulla piazzola adibita a mercato che per tutti quegli anni aveva solo potuto spiare da lontano.
Si fece aiutare da Maria a coprirsi con il mantello e piegò il capo, determinata, parlando quasi a se stessa:
"Ho pregato il Signore ogni giorno che me lo restituisse... ma ora che posso, è il momento di dare una mano alla sorte" disse risoluta. Sapeva che Sorella Fiore non era molto felice di vederla partire e le si avvicinò per baciarle le guance.
"Ti ringrazio, sorella, per gli anni tranquilli che ho passato con voi. Che il Signore vi conservi tutte in buona salute e senza preoccupazioni" disse infine Hedera, accomiatandosi.