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Vecchio 04-06-2014, 02.32.24   #2291
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Guisgard e Astus, seguendo Older, galoppavano rapidi nella foresta.
I loro cavalli erano lanciati a folle velocità tra gli sterpi, i rovi e gli alberi secolari, un tempo unici testimoni di riti e cerimonie ormai dimenticate.
L'aria era pungente, il cielo sterminato e silenzioso.
Tra la fitta vegetazione si potevano ammirare a stento poche stelle brillare nella sconfinata volta celeste, simili coi loro bagliori indefiniti alle gemme perdute della corona di Lucifero.
E forse di quelle lande cupe ed inclementi solo antichi demoni, bramosi di anime dannate per i loro sacrilegi pasti, conoscevano gli orrori che celavano.
“Ehi...” disse Guisgard ad Older “... manca ancora molto?”
“No, messere...” fece Older “... ci siamo quasi... ecco, laggiù... oltre quei noci...”
Ma proprio in quel momento qualcosa di metallico echeggiò nell'irreale silenzio circostante.
Il cavallo di Astus si abbandonò ad un disperato nitrito, per poi cadere, disarcionando così il suo cavaliere.
“Astus!” Gridò Guisgard, fermando di colpo il suo cavallo.
Il destriero di Astus era finito in una tagliola.
“Come stai?” Urlò Guisgard.
“Bene... credo...” alzandosi da terra il suo compagno.
All'improvviso Older galoppò via.
“Dove vai?” Incredulo Guisgard. “Torna qui!”
Ma quello svanì rapido nella foresta.
“Bastardo!” Con rabbia il cavaliere.
Scese poi dal suo cavallo per sincerarsi delle condizioni del compagno.
“Il tuo cavallo non può proseguire...” mormorò Guisgard “... dobbiamo per forza di cose usare il mio...”
“Quel dannato è fuggito...” fece Astus “... come faremo a trovare il luogo in cui è stato trovato il ciondolo?”
“A questo punto” scuotendo il capo Guisgard “dubito che quel vigliacco ci abbia detto il vero... non ci resta che cercare Clio battendo la foresta in lungo ed in largo...”
“Non ci riusciremo mai...”
“Dobbiamo riuscirci invece!” Deciso il cavaliere.
Ma ad un tratto il suo cavallo cominciò a nitrire ed a scalciare.
“Buono...” cercando di ammansirlo Guisgard “... buono... ma cosa ti prende?”
Ma all'improvviso si udì un suono nell'aria, simile ad un lungo sibilo e poi un terrificante ruggito.
Un attimo dopo due sagome emersero dall'oscurità circostante.
Una figura avvolta in uno strano costume ed accanto ad essa una terribile bestia.
La stessa scena apparsa la notte in cui i falsi Gufi affrontarono la misteriosa creatura.
Guisgard estrasse la spada e fissò quelle due sagome.
Astus invece non riuscì neanche a raggiungere la sua spada, ormai persa dopo la sua caduta da cavallo.
La figura misteriosa allora indicò i due all'animale che gli stava accanto.
La bestia lanciò un terrificante ruggito, per poi lanciarsi contro Guisgard e Astus, in quella che pareva essere la più impari e disperata delle lotte.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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