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Vecchio 31-05-2014, 20.34.44   #2206
Clio
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Clio sarà presto famosoClio sarà presto famoso
Eravamo soli.
Sentivo il cuore battere forte, sempre di più.
Battere così forte da far male.
Le mani salde sulla balestra.
Gli occhi nei suoi.
Quegli occhi...
Era così difficile sostenere il suo sguardo.
Ma dovevo essere forte.
Come hai potuto fare questo a me?
Come hai potuto rovinare tutto così?
Come hai potuto?

La donna dentro di me era delusa, triste, disperata.
Potevo quasi vederla, ancora avvolta in quel lenzuolo, la veste orientale ridotta a brandelli, il viso rigato dal pianto.
Il soldato si chinò su di lei, cercando di calmarla come aveva fatto Dort con me.
Forse è stato meglio così.. Ti stavi legando troppo a lui.. troppo..
Se non l'avesse fatto, saresti ancora qui a sospirare..
Non saresti mai riuscita a mandarlo via e tu lo sai..
Non avevi chiesto un aiuto divino per decidere?
Più chiaro di così..
Se era lui che volevi, era il momento giusto per sceglierlo.. per rinunciare a tutto per lui..

Presi un profondo respiro.
Lo ascoltavo parlare.
Più parlava, più avrei voluto prenderlo a pugni.
Ah, meno male che non cercavi di giustificarti..
"Ti avevo detto di non bere.." mormorai, tra i denti, quando disse che era ancora ubriaco.
Ma va, davvero? Secondo te perché ti ho detto di non bere? Era questo che temevo, razza di idiota..
Sì, avrei davvero voluto incenerirlo con lo sguardo.
Non ti avrei mai toccata.. Non ti avrei fatto del male..
Adesso lo ammazzo!

Ti credi un eroe perché ti sei fermato? Ma tu guarda..
"No!" secca, con gli occhi nei suoi "Non mi hai presa contro la mia volontà, è vero... Che bravo.. Vuoi anche una medaglia?" alzai le spalle "Qui nessuno dice il contrario.. Anche perché, in quel caso ti avrei fatto torturare a morte, poi l'avrei fatta finita.. e non saremmo qui a parlarne.." Restai a guardare i suoi occhi "Ma hai un bel coraggio a dire che non mi avresti toccata nemmeno con un dito, visto che hai usato entrambe le mani...".
Potevo quasi sentire le sue mani su di me, dappertutto.
I suoi occhi sul mio corpo, le sue mani che mi sfioravano.
Tremai, per un momento, ripensando a quella notte.
No, non davanti a lui.
"Ma non osare pensare.. neanche per un istante.." la voce carica di rabbia "Di non avermi fatto del male.. tu non hai la minima idea del male che mi hai fatto.." gli occhi nei suoi.
Ero furiosa, credeva davvero di non aver fatto niente di male?
Magari sei tu ad essere esagerata, magari un'altra donna non avrebbe reagito così..
Che assurdità!
Non sono sua, non può sfiorarmi, e non ha diritto di vedermi, punto!

Restai in silenzio mentre mi augurava il meglio.
Non la voglio quella spada.
Penserei a te ogni volta che la vedo... E io voglio dimenticare ogni cosa di te..
Anche se non sarà così facile.

Restai sorpresa quando tirò fuori il fiore.
Un fiore?
Sentii le lacrime affiorare.
Tesoro mio, ti stai dando la zappa sui piedi.
Tutti sanno qual'è il mio fiore preferito.. Mio padre l'ha aggiunto allo stemma di famiglia in mio onore..
Non piangere, Clio.. non adesso..

Ormai se ne stava andando.
Più si avvicinava a quella porta, più mi sembrava che mi stessero strappando un pezzo di cuore.
"Il giglio bianco.." dissi, con voce lontana.
"La purezza.." i suoi occhi incrociarono i miei per l'ultima volta , straziandomi "Che tu mi hai portato via..".
E non solo perché mi hai visto nuda.
Poi lui uscì, chiudendo la porta dietro di sé, il dolore divenne insopportabile, e crollai.
Non l'avrei più visto.
Mai più.
Mi lasciai cadere per terra, le ginocchia al petto, cinte dalle braccia, la testa nascosta.
E piansi.
Piansi fino a non avere più lacrime.
Ma il dolore non se ne andò.
Fu in quel momento che capii.
Non se ne sarebbe mai andato.
Mi aveva spezzato il cuore.
Nel peggiore dei modi.
Colpendomi dov'ero più vulnerabile, più sensibile.
Distruggendo la cosa a cui tenevo di più.
Ma per farlo, doveva esserci entrato.
Nel profondo.
Che lo volessi o no.
Anche se avevo fatto di tutto per nasconderlo a me stessa.
Un cuore si rompe solo dall'interno.
Se fosse stato un altro, ci sarebbe rabbia, furore, vendetta.. ma non questo dolore.
"Razza di idiota.." mormorai, scuotendo la testa "Perché? Perché sei stato così stupido?".
Avanti Clio..
Mi alzai, e mi avvicinai al giacinto.
Di quello che hai intenzione di farne?
Il dolore aveva assorbito tutto: la rabbia, il furore, il disprezzo, la vergogna.
Presi il fiore tra le mani, dolcemente.
Restai a fissarlo per un lungo istante.
Lo portai alle labbra, sfiorandolo appena.
Sapevo che non voleva farmi del male, che era ubriaco e fuori controllo.
Ma sapevo anche che non avrei mai permesso a nessuno di comportarsi in un quel modo con me.
Mai.
Il dolore era sempre più forte.
Accarezzai dolcemente il fiore, con gli occhi tristi, e capii cosa ne avrei fatto.
Sorrisi appena, per la prima volta.
Risalii le scale.
Posai la balestra dove l'avevo trovata.
Poi presi un profondo respiro davanti alla porta della stanza.
Mi feci coraggio ed entrai.
Era tutto come l'avevo lasciato.
Tremai.
Il letto sfatto, la finestra rotta, i brandelli della mia veste sul letto.
Ne presi uno, e lo arrotolai sul gambo del giacinto.
Frugai poi tra la mia roba, e presi il mio diario.
Che non usavo mai, in realtà, ma a volte era utile annotare nomi, luoghi.
Schiacciai il giacinto tra le sue pagine, e lo rimisi nella borsa, ma nel farlo urtai qualcosa con la mano: il disegno di Roxanne.
Lo aprii e lo guardai di nuovo.
Quell'espressione, era la stessa che avevo.
Forse non si riferiva alla morte fisica, ma a quella nel cuore.
Per un momento, sorrisi ricordando gli attimi di passione alla locanda, il sorriso di Guisgard quando aveva visto il disegno.
La sua risata.
Il suo sguardo.
"Idiota.." sussurrai, mettendo via il disegno.
Avanti, Clio.. hai una bestia da catturare...
Presi il fagotto con la spada, e scesi di sotto, raggiungendo i miei uomini.
Sorrisi nel vederli, mi sedetti in mezzo a loro.
"Grazie fratelli.. non avrei mai voluto che mi vedeste in queste condizioni.." mi guardai intorno "Vino, vi prego.. e qualcosa da mangiare... finiamo questa storia della bestia una volta per tutte..".
Srotolai sul tavolo il mio mantello, rivelando il panno insanguinato e la spada.
"Questa mi aspettava nella camera del locandiere a Solpacus.." una fitta mi attraversò.
Il suo sguardo, le mie parole, i suoi baci, il fuoco che mi divorava.
Basta pensare a lui, Clio..
"Sappiamo che la bestia non è risorta dai morti, e che il suo padrone mi sta cercando... quindi non ci sarà bisogno di fare da esca.. E' chiaro che il luogo della lapide è il punto focale di questa faccenda.. direi di tornare lì, e prepararsi al peggio.. Voi che dite, idee?".

Ultima modifica di Clio : 01-06-2014 alle ore 20.35.14.
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