Guisgard tornò nella locanda e qui subito la figlia del locandiere gli consegnò il ciondolo che Altea aveva dato a lei.
Il cavaliere andò nella sua stanza e osservò con attenzione quell'oggetto, pur non comprendendo fino in fondo il significato di quel gesto.
Poco dopo Altea si presentò nella sua camera.
“La bestia” disse alle prime parole della dama, mentre preparava la sua roba per la partenza “è morta, invece. Forse siete giunta tardi in città, ma quella festa è stata proclamata proprio per celebrare l'evento. Già, proprio una gran bella festa... persino il principe ereditario ne ha lodato l'organizzazione...” scosse il capo con un sorriso sarcastico.
Altea poi continuò a parlare, ma lui la fissò, per poi avvicinarsi.
“Ascoltate...” accarezzandole il viso “... io... io sono onorato di ciò che avete detto, ma...” esitò “... ma io sono già sposato e voi lo sapete... volete forse far scoppiare uno scandalo in città?” Ridendo e facendole l'occhiolino. “E poi voi siete una dama di corte, bella e colta. Meritate un aristocratico e non certo un soldato di ventura come me.” Sorrise e prese il ciondolo che lei aveva affidato alla locandiera per farglielo avere. “E questo vostro dono è molto bello ed io...”
Ma proprio in quel momento arrivò di corsa Astus, palesemente agitato.
“Cosa accade?” Fissandolo Guisgard.
“Presto, vieni...” ansimando per la corsa Astus “... è scoppiato il caos in città... pare che la bestia abbia ucciso ancora...”
“La bestia?” Ripetè incredulo il cavaliere. “Ma com'è possibile?”
“Non lo so...” scuotendo il capo Astus “... ma il peggio è che vogliono linciare Nestos... lo stanno impiccando ad un albero per ordine di Gvin... gli altri stanno cercando di difenderlo, ma hanno contro non solo i cavalieri del duca, ma anche una folla inferocita...”
“Ora devo andare, milady...” Guisgard ad Altea, per poi prendere la spada e seguire Astus verso la piazza.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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