La festa procedeva tra balli, canti e risa spensierate.
Gli uomini di Clio erano tutti a corteggiare giovani e belle ragazze, decidendo fra loro quali amanti impersonare.
“Dovresti invitarla a ballare credo...” disse Nestos sorridendo.
“Uh...” voltandosi Guisgard “... invitare chi?”
“La ragazza che stai guardando da quando è cominciata la festa” rispose il medico “e che probabilmente hai cominciato a guardare sin da quando è iniziata tutta questa storia ad Afravalone.”
“Tu ti confondi, amico mio.”
“Dici?”
“Sarai anche un asso in fatto di erbe, animali e un'altra mezza dozzina di materie e discipline” annuendo il cavaliere “ma dubito che tu sia in grado di leggere nella mente di un uomo.”
“Guarda che con te non occorre farlo.” Replicò Nestos. “Basta vederti per capire cosa pensi. Comunque, fossi in te, sceglierei un paio di amanti da romanzo e la inviterei a ballare, magari cercando di farla sentire come un'Isotta o un'Enide.”
“Guisgard alzò le spalle, senza rispondere nulla.
Tornò poi a fissare Clio.
“Massì!” Esclamò, per poi correre verso le botteghe. “Dite...” ad una donna che vendeva costumi per la festa “... avete ancora qualcuno dei vostri costumi?”
“Certo.” Annuì la donna. “Ne ho ancora tantissimi. A voi quale interessa?”
“Beh... non saprei...” fissandoli Guisgard “... non saprei proprio...”
“Magari sceglietelo in base alla vostra bella.” Sorridendo la donna. “Che ragazza è?”
“Beh...” fece il cavaliere “... ha dei bellissimi capelli che scendono come pendagli... talvolta sono biondi, altre volte bruni, come se mutassero nel giorno e nella notte... forse perchè ha degli occhi fatti di cielo... e basta fissarli per vedere mari lontani, isole sperdute e città dimenticate...”
“Siete forse un poeta?”
“Io?” Stupito Guisgard. “Assolutamente no!”
“Allora siete solo un innamorato.” Ridendo lei. “E ditemi... che passioni ha questa vostra dama?”
“In verità non ha passioni da dama...” mormorò Guisgard “... ama combattere... e sincerità per sincerità, non è neanche la mia bella...”
“Ah, capisco...” divertita la donna “... siamo ancora al corteggiamento. E da quanto ho capito non è un tipino facile.” Rise. “Beh, allora ho quel che fa per voi... Tancredi e Clorinda. Infatti ancora oggi i poeti dibattono se sia stato più facile per Tancredi conquistare la Città Santa o il cuore della bella spadaccina.” Rise di nuovo.
“Si, credo che siano perfetti!” Annuendo il cavaliere.
La donna prese i due costumi e li diede a Guisgard, che subito si diresse verso Clio.
Ma proprio in quel momento il Borgomastro, dal palco, ricordò ai presenti come quel ballo fosse prestigioso, dato che anche il principe Karel, tempo fa, passando per Solpacus lodò la sua organizzazione.
Nell'udire quel nome Guisgard si fermò e cercò lo sguardo di Clio.
E nel vederla con gli occhi sgranati dopo aver udito il nome del principe da parte del Borgomastro, restò turbato.
Scosse il capo e riportò i costumi alla donna.
“Non siete più il famoso Tancredi?” Stupita questa.
“Sono solo un famoso idiota.” Mormorò Guisgard, per poi andare via.
Raggiunse allora Nestos.
“Ascolta...” fissandolo “... la bestia è morta ed io qui non ho altro da fare... vado a preparare la mia roba in locanda... avverti Astus di raggiungermi... ci rimetteremo in cammino tra un'ora...”
“Così all'improvviso?” Meravigliato Nestos.
“Non ho altro da fare qui.” E tornò verso la locanda.
Ma dopo qualche minuto la festa fu interrotta bruscamente.
Sul palco allora salirono Altea, Rodolfo e alcuni messi del vescovo.
“Ascoltate...” fece il Borgomastro “... ascoltate... purtroppo sembra che la bestia abbia colpito ancora... sono stati trovati morti due giovani nella foresta... uccisi poco fa... la festa è finita e che nessuno lasci la città per la foresta.”
“Che storia è questa?” Gridò qualcuno tra la folla.
“Ci avete allora ingannati?” Un altro tra i presenti.
“Lo sapevo!” Salendo sul palco Gvin, con tono perentorio. “Sapevo che quella bestia era ancora viva!”