L'allegria della festa era contagiosa.
Esultai con i miei uomini alle parole del borgomastro.
Non ricordavo nemmeno da quanto tempo non vivevamo una festa del genere.
Ci voleva.
Addirittura un ballo, non che io li avessi mai amati.
Sorvegliavo solo quelli più importanti.
Non ballavo mai.
Beh, quasi mai.
Le luci scintillanti rendevano la sala da ballo eterea e irreale.
L'aristocrazia Afravolense si era riunita alla reggia, nel lusso più sfrenato.
La Guardia Reale vegliava su di loro, come fosse una sera come un'altra.
Ma non era così.
Avvolta nel mio raffinato abito nero, coperta dalla maschera, mi guardavo intorno, continuamente.
Nessuno mi rivolgeva la parola, e chi voleva invitarmi a ballare, riceveva solo un'occhiataccia, o un gesto di commiato.
Non mi avevano riconosciuto.
"Posso avere l'onore di questo ballo?" all'improvviso una voce alle mie spalle, sempre più vicino "Capitano.." sussurrò.
Mi voltai di scatto, e squadrai da capo a piedi il giovane uomo che mi sorrideva.
Era splendido, con il raffinato blu abito scuro come la notte.
La maschera lasciava comunque libere alcune ciocche d'oro.
Difficilmente lo vedevo vestito così formale.
Fischiai sommessamente "Ah, però.." sorrisi "Farai strage stasera..".
"Ma! Una signorina per bene non fischia in quel modo!" rise.
"Ahia.." risi a mia volta.
Lui mi porse la mano "Andiamo..".
Scossi la testa "Sei matto, io non ballo..".
"Beh, stasera sei vestita da donna..." scrutando il mio vestito "Andiamo?" mi guardò negli occhi "Ehi, sono io.. non ti cederò a nessuno, promesso... ho una reputazione da rispettare, se non ballo con nessuna sembro sospetto..".
"Sei di guardia..".
"Beh, ma nessuno lo sa..".
Mi porse la mano.
"E va bene..".
Rise e mi condusse in pista.
"Vedi nulla di strano?" chiese in un sussurro.
"No.. dannazione..".
La canzone finì e ci fermammo.
"Bene, Sir Dort di Lorendal.. non vorrete tenerla tutta la sera per voi?" una voce alle mie spalle, Dort sbiancò "Permettete?".
"Temo di essere ai suoi ordini, Altezza.." si inchinò "Non ho questo potere..".
Dovevo voltarmi, non potevo dare le spalle al principe.
Lo feci, e mi inchinai a mia volta.
Dort soffocò una risata.
Gli occhi di Karel, attraverso la maschera dorata, sembravano divertiti.
Riuscii in qualche modo a fare una riverenza.
Lui sorrise e mi porse la mano.
"Io...Sono una pessima ballerina, Altezza.." mormorai.
"Non mi importa... Non avrò un'altra occasione per ballare con voi... E non intendo lasciarmela scappare.." sorrise "E poi... non sarei al sicuro con nessun'altra dama, no?". Mi fece l'occhiolino.
"Se la mettete così.." sorrisi a mia volta, e presi la sua mano.
Alla fine, avevamo ballato tutta la sera, e nessuno si era fatto male.
Non avevo più ballato da allora.
Perché ti fai del male da sola, Clio? Perché?
Sentii come un macigno posarsi sul cuore.
Lui lotta per la vita, e tu...
Presi un profondo respiro e rubai un lungo sorso di vino al boccale di uno dei miei compagni.
Come potevo soffocare le emozioni che avevo provato in quei giorni?
Non mi interessa come, basta che lo fai, maledizione!
Citazione:
“Beh, col vostro permesso” Porturos a Clio “noi andremo in cerca delle nostre belle. Vi unite a noi?”
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Risi, scuotendo la testa.
"E che me ne faccio di una bella io?" alzai le spalle "Sto per avere una spada leggendaria.. vuoi mettere?".
Il volto felice e spensierato dei miei ragazzi scacciò via la malinconia.
"Andate, andate.. divertitevi... sono curiosissima di vedervi tramutati in amanti perfetti... non fate sciocchezze.. e ricordate che sarete anche i Gufi Scarlatti ma, come sempre.. un no è no! Fate i bravi.. si beh, non troppo.." sorrisi.
Mi sedetti su una panca, ad osservare quella città in festa.
Quando tutto questo sarà finito, pensai, tornerò a Solpacus e dirò loro la verità.. che sono stati i soldati del re a liberarla.