Nestos giunse nella piazza insieme a due dei funzionari del vescovo e subito intorno a loro calò un profondo silenzio.
“Dagli studi condotti su quanto resta di quel corpo” disse il medico “abbiamo grosso modo riprodotto le misure di quell'esemplare... presentava, all'incirca, un'altezza complessiva di poco meno di un metro, un peso sui 90 chilogrammi e una lunghezza di quasi due metri...”
Tutti restarono impressionati.
“Che razza di animale era?” Fece Porturos.
“Questo è più difficile, se non addirittura impossibile a dirsi...” rispose Nestos “... di sicuro non si tratta di un orso e date le smisurate misure neanche di un lupo comune... la parte superiore dello scheletro, all'altezza del garrese, mostra delle formazioni particolari ed inusuali per i mammiferi, mentre invece sono più comuni in certi rettili che vivono presso le isole tropicali a Sud del Catai... inoltre è interessante constatare che le fauci erano capaci di esercitare sulla preda una pressione di oltre mille chilogrammi... insomma si trattava di un predatore formidabile, una vera e propria macchina per uccidere.”
“Si, tante belle parole” intervenne Gvin “ma come facciamo ad essere certi che siete stati voi mercenari ad uccidere quell'animale? Io non credo che una simile belva possa essere uccisa da una donna.”
“Invece è proprio così, milord.” Annuendo Nestos. “Come anche gli esperti di Sua Grazia hanno potuto studiare, l'animale presenta una frattura in più punti della mandibola, causata da un arma da taglio... inoltre” mostrando qualcosa avvolto in un lungo telo attorcigliato “abbiamo tirato fuori dal suo collo questa punta di spada spezzata... è l'arma usata da lady Guamarin per colpire l'animale.”
“Ora la carcassa” disse uno dei funzionari del vescovo “sarà trattata con una soluzione a base di alcool ed inviata a Capomazda, per essere studiata dagli esperti della Scuola Capitolare del ducato.”
Tutti allora ripresero ad esultare.
La bestia era morta e non c'erano più dubbi che ad ucciderla era stata Clio.
E la ragazza fu condotta di nuovo in trionfo dai suoi uomini per le strade della città.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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