“Il cavaliere nero” disse Ymma “in realtà nessuno sa dire chi o cosa sia veramente. Tutto accadde con la festa di Pentecoste di uno fa... mio padre organizzò una giostra e molti cavalieri giunsero qui per dimostrare, col proprio valore, l'amore che nutrivano verso le loro amate. A vincere il torneo fu sir Peruin...” e a pronunciare quel nome, un vago rossore lambì le sue gote ed una viva luce infiammò i suoi occhi “... ci fu allora un gran banchetto per i festeggiamenti ed i nobili presenti cominciarono a discutere su vari argomenti, tra cui l'Amore... sorse così un dibattito sull'assolutezza o meno di tale sentimento... alla fine quasi tutti furono d'accordo nel ritenere che l'Amore non è assoluto, ma vive di compromessi e che le debolezze umane sono inevitabili, ma in nessun modo possono inficiare tale sentimento... in pratica vinse l'idea che l'Amore può non essere eterno, che richiede compromessi e che il tradimento non intacca il suo valore...” sospirò “... e allora, nel bel mezzo del ricevimento, come un oscuro incantamento, si presentò nella sala un poderoso cavaliere bardato di nera e lucente corazza... con lui vi era un nano e fissandoci tutti così sentenziò...”
Seguì un attimo di angoscioso silenzio e poi la dama ripetè le parole del nano:
“Siccome ritenete che l'Amore non sia perfetto, allora chiunque cederà alle lusinghe di tale sentimento, prima di raggiungerne i frutti, dovrà confrontarsi con la perfezione del Cavaliere Nero.”
“Detto ciò” riprese Ymma “il nano andò via ed il cavaliere si chiuse nel nostro giardino. Da quel momento ha affrontato decine di innamorati, uccidendoli tutti.”