Era il ormai il tramonto e la foresta si accingeva ad accogliere la sera e poi la notte.
Una nuova notte.
Un'altra notte ancora, con i suoi misteri e le sue paure.
Un'altra notte con i fantasmi delle innumerevoli vittime di quell'orrore e i demoni da cui esso scaturiva.
Perchè dietro ogni delitto, ogni castigo, ogni peccato vi è sempre un demone.
Un demone che mira a tormentarci, a flagellarci, a portarci alla disperazione e a perdere la Fede.
Altea attraversava quelle lande selvagge e primordiali.
Come un'Angelica perduta nella selva, un'Erminia fuggita tra i pastori, si aggirava confusa, smarrita, in balia di timori e inquietudini che parevano animarsi con le fattezze dei fantasmi di quella foresta.
Ebbe una nuova visione e da essa trasse la decisione di voler fuggire da quel mondo.
Giunse però ad un ruscello e qui notò qualcosa tra le sue acque.
Qualcosa impigliato tra le radici di un albero bloccato tra le due sponde di quel torrente.
Si avvicinò e riconobbe quell'oggetto.
Era un mantello.
Lo stesso che indossava suo fratello Thomas.
Ma all'improvviso la dama udì qualcosa.
Dei cavalli.
Un attimo dopo dalla vegetazione emersero tre figure a cavallo.
Due cavalieri ed un chierico.
“Salute a voi, milady...” disse uno dei due cavalieri ad Altea “... perdonateci se vi rechiamo noia, ma ci occorre sapere in che direzione si trova la città di Solpacus. E' cosa alquanto urgente per noi raggiungerla.”
E sulle loro selle la bella avventuriera riconobbe lo stemma del suo casato.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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