Dort allora prese la sua spada e la diede a Clio.
“Tranquilla, mogliettina...” disse Guisgard sorridendo “... sei con me, no? Salvo o non salvo le dame per professione?” Rise.
“Siate prudenti.” Fissandoli Borel.
I tre allora lasciarono la locanda e presero la strada verso il bosco.
“Presto farà buio...” mormorò Mime.
“Già...” fece Guisgard.
“Poi sarà notte...” farfugliò il rigattiere.
“Già...” annuì Guisgard.
“L'ora preferita della bestia...” fece Mime “... quella in cui lascia la sua tana...”
“Hai intenzione di continuare per molto?” Fissandolo il cavaliere, per poi sorridere sarcastico. “Ti avverto che se è un modo per far spaventare la nostra lady e farla correre tra le mie braccia, beh, caschi male... lei ha più coraggio di noi due messi insieme...” prese a fischiettare.
Il crepuscolo intanto calava sempre più sulla selva.
Dopo un po', finalmente, i tre avvistarono una luce lontana.
“Ecco la casa...” indicò Mime.
La raggiunsero qualche istante dopo.
“Cosa facciamo?” Voltandosi verso Clio il cavaliere. “Ci presentiamo chiedendo di essere invitati a cena, oppure diciamo che ci siamo persi?” Rise appena.
Scese allora da cavallo e si avvicinò alla porta per
poi bussare.
Venne ad aprire Roxanne.
“Salute a voi...” salutandola Guisgard “... perdonate per l'ora ma, vedete, la mia giovane e bella moglie, all'improvviso, ha desiderio di un particolare dolce, tipico delle sue parti, che usano fare con latte di pecora... e visto che altri pastori in giro non ci sono da queste parti, beh, mi hanno indirizzato qui da voi.” Sospirò. “Eh, io non riesco a dire di no alla mia dolce metà.”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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