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Vecchio 21-05-2014, 01.15.44   #1929
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Daizer, Elisabeth e Flees, raggiunsero il luogo indicato dal giovane cavaliere.
Trovarono così una vasta aula rettangolare, dai tratti fatiscenti e l'odore di chiuso.
Vi erano crepe ovunque e ormai le raffigurazioni parietali, un tempo vivissime, apparivano in gran parte perdute o sbiadite.
“Questo posto sembra cadere a pezzi...” disse Daizer.
“Ma è l'unico luogo in cui potersi nascondere.” Fece Flees.
“Si, è vero...” annuì il contrabbandiere “... ci nasconderemo qui fino alla chiusura del cimitero, quando il custode, il becchino e le guardie del Gastaldo usciranno chiudendo i cancelli... nel frattempo sarà meglio riposare un po', visto che stanotte dovremo riprendere le ricerche...” stese allora il suo mantello su una panca di pietra, cercando di sistemare al meglio quel giaciglio di fortuna “... riposerai qui, Elisabeth... vedrai, è meno scomodo di ciò che sembra...” aggiunse sorridendo.
Flees restò a fissare invece la donna.
Nei suoi occhi Elisabeth lesse tutto l'ardore ed il desiderio di quel giovane cavaliere.
Il figlio di Isolde allora si avvicinò ad una delle finestre, per poi sedersi a terra e riposare.
Ma il suo cuore era troppo ardente per permettere ai suoi occhi di chiudersi e dormire.
Poco dopo la maga, stanca, cadde addormentata sul giaciglio preparato per lei da Daizer...

Era in un grotta, come quelle che si trovavano sotto il palazzo di Isolde.
Al centro vi era una fontana dalle acque vaporose e cariche dei riflessi di stalattiti e quarzi.
Elisabeth avanzava piano verso quella fontana, con indosso solo un leggero velo rosso.
Si immerse in quell'acqua, lasciando così che il velo si staccasse dal suo corpo, rendendolo nudo e libero.
L'acqua era calda e mille bollicine la increspavano, accarezzando come infinite carezze la pelle di Elisabeth.
Ad un tratto dalla penombra emerse una figura.
Si avvicinò alla fontana e la maga ne riconobbe il volto: era Flees.
Il ragazzo allora si spogliò e restò a fissarla.
Elisabeth ammirò così il suo giovane nipote.
Lui poi entrò in acqua, raggiungendo sua zia.
E tra i soffici e caldi vapori di quella fontana, i due si abbandonarono alla passione.

Elisabeth si svegliò all'improvviso da quel sogno, frutto probabile dei suoi agitati ed inquieti pensieri.
Daizer dormiva su quella panca accanto a lei.
Fuori vi era il tramonto e il cimitero doveva essere ormai già deserto.
Flees invece sembrava sparito.
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