Elisabeth, Daizer e Flees raggiunsero così il luogo in cui si trovava il custode del cimitero.
A lui il contrabbandiere raccontò la storia inventata da Elisabeth e quel suo voto fatto.
“Si, questo nome non mi è nuovo...” disse il custode “... Comino il Maniscalco... vediamo se riesco a rammentare qualcosa...”
“Non avete un registro o un elenco qui?” Chiese Daizer.
“In realtà” spiegò il custode “un tempo ne avevamo, ma poi in seguito agli atti vandalici che portarono alla violazione di alcune tombe i registri sono andati in buona parte distrutti... il poco materiale rimasto riguarda gli elenchi di alcune tombe risalenti ai primi secoli del Cristianesimo... in pratica si tratta di alcune sepolture scavate nelle gallerie sottostanti.”
“Potete accompagnarci laggiù?” Domandò Daizer.
“Non se ne parla.” Scuotendo il capo l'uomo. “Non metterò piede là sotto. Si respira a fatica e la luce è quasi del tutto assente.”
“Vi pagheremo.” Fece il contrabbandiere.
“Mmm...” fissandolo il custode “... allora vi farò accompagnare dal becchino... Gambin!” Chiamò.
Poco dopo un ragazzo si presentò.
“Questi è Gambin, il becchino.” Indicandolo il custode. “Vi porterà lui alle tombe sotterranee.”
Daizer annuì e pagò come promesso il custode.
Gambin li accompagnò così verso quelle tombe.
E mentre camminavano, Daizer notò finalmente la rosa sulla scollatura di Elisabeth.
“Carino quel fiore.” Sorridendo a sua moglie. “Volevi essere elegante per questo luogo? Beh, hai fatto bene. Da un tocco di vitalità e colore in questo posto così tetro.”
Giunsero così presso un pozzo.
“Si entra da qui...” disse Gambin “... attraverso un piccolo cunicolo... vado io per prima, così da accendere una lucerna...” e scese in quella galleria.
E poco dopo chiamò gli altri tre.
E mentre scendevano uno alla volta, Elisabeth che seguiva Daizer, con Flees alle sue spalle, avvertiva il respiro del giovane cavaliere tra i suoi capelli.
Con le sue mani che di tanto in tanto le sfioravano il collo, le spalle e la schiena.
“Darei qualsiasi cosa, cara zia, per essere in questo momento quel fiore tra i vostri seni...” le sussurrò pianissimo ed in modo sensuale ad un orecchio.
Le scale terminarono ed Elisabeth, Daizer e Flees, preceduti da Gambin, si ritrovarono in quel luogo fatto di silenzio ed oscurità.