Altea, stanca e confusa, tornata nella sua stanza del Palazzo Vescovile, cadde subito in un sonno profondo...
La locanda era colma di gente e tutti bevevano, cantavano e brindavano allegramente.
Eppure dall'esterno giungeva un cupo e silenzio, come se qualcosa di terribile ed indicibile si stesse consumando nell'oscurità della notte.
Poi il rintocco della campana.
“Abbiamo cercato in lungo e in largo” disse Gvin che se ne stava seduto ad un tavolo insieme ai suoi uomini “ma di quella maledetta bestia neanche una misera traccia.” Guardò poi Enar che se ne stava a bere tutto solo al bancone. “Ma siete sicuro che si tratti proprio di un dannato cinghiale?” Rivolgendosi il duca al pastore.
“Si.” Annuì questi. “Infatti uccide le sue vittime senza poi sbranarle.”
“Zio!” Disse entusiasta Roxanne. “Ho fatto un altro disegno della bestia! Stavolta l'ho raffigurata mentre uccide una ragazza senza però divorarne le carni!” Sorrise. “Sono stata brava, vero?”
Altea osservava ed ascoltava tutto dal suo tavolo, dove era seduta insieme a Thomas.
Suo fratello aveva al collo un crocifisso.
Lo stesso che portava Older.
“Sarà meglio che vada nella foresta.” Rivolgendosi a sua sorella. “Sono in pensiero per te, Altea. Nessuno qui sembra intenzionato ad uccidere la bestia ed io temo che quell'animale possa fare del male a te.” Le diede un bacio sulla fronte ed uscì dalla locanda.
Di nuovo il rintocco della campana.
Dopo un po' entrò Older e subito si avvicinò al tavolo di Altea.
E fissandolo, la bella avventuriera si accorse che aveva al collo il crocifisso portato da Thomas poco prima.
“E' stato vostro fratello a donarmelo, milady...” indicando il crocifisso Older “... a lui presto non servirà più...”
“Che novità ci sono dalla foresta, vecchio mio?” Chiese il locandiere.
“Nulla di nuovo...” rispose Older “... pare che la bestia abbia ucciso ancora...”
“Davvero?” Fissandolo il locandiere. “E chi stavolta?”
“Questa volta” fece Older “è toccato a quei mercenari... volevano ucciderla, ma la bestia li ha preceduti...”
Altea si svegliò di colpo.
Di nuovo uno strano sogno, confuso ed indecifrabile.
L'avventuriera allora guardò verso la finestra, accorgendosi che era ancora notte fonda.
Dal cortile del palazzo si udivano gli uomini di Gvin che durante i turni di guardia giocavano ai dadi fra di loro.
Poi all'improvvisò Altea sentì qualche altra cosa.
Qualcuno che canticchiava proprio sotto la sua finestra.
Era Posteg.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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