Altea e Gvin lasciarono la dimora del vescovo e scesero fra la gente che festeggiava San Michele.
“San Michele” disse il duca alla bella avventuriera “è uno dei Santi più amati e venerati nel nostro reame. Tutti i nobili del regno, partendo dai duchi, sono devoti al Primo Arcangelo del Signore. Forse perchè noi Afravalonesi abbiamo l'animo guerriero, proprio come San Michele.” Rise appena. “E per questo sappiamo capire quando qualcuno è armato. Anche se si tratta di una bella donna come voi.” Rise. “Non temete, non vi occorre quella spada che nascondete, milady. Non piomberò su di voi come un soldato feroce ed incolto.”
“Venghino, signori!” Chiamava un uomo tra la folla. “Venghino! Oggi avrete la possibilità di destreggiarvi come non mai!” Indicando una donna alla gogna. “Questa ladra si è macchiata di gravi crimini e oggi sarà alla mercé dei più temerari fra voi!”
Gvin fece cenno ad Altea di seguirlo e i due raggiunsero la gogna.
“Avanti, milord...” disse l'uomo al duca “... ve la sentite di tagliare le trecce di questa ladra con un bel lancio di coltelli? Se riuscirete nell'impresa, senza versare neanche una goccia di sangue, avrete diritto ad un bel premio!”
“Interessante!” Esclamò Gvin.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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